energia elettrica: la concorrenza non porta risparmio

Nel 2010 l’autorità per l’energia era piuttosto contenta della liberalizzazione del mercato dell’energia per quanto riguardava il settore dell’elettricità.

nel settore elettrico, a tre anni dalla completa apertura del mercato per tutti i consumatori (1° luglio 2007), oltre 3,2 milioni di famiglie e 1,2 milioni di piccole aziende hanno già cambiato fornitore, scegliendo fra le diverse opportunità offerte da diversi venditori in competizione fra loro. In totale, dal 1° luglio 2007, sono circa 4.424.000 (pari al 12,2% del totale) i consumatori che hanno scelto il mercato libero dell’energia elettrica: di questi, 3,2 milioni sono famiglie (circa l’11,2% del totale) e 1,2 milioni sono aziende (il 16,1% del totale).
Nel settore elettrico, gli switching (cambi di fornitore) sono aumentati del 4% nell’ultimo anno, a conferma del positivo sviluppo della concorrenza.

Quindi erano nel 2010 incoraggianti le considerazioni dell’autorità dell’energia: concorrenza e competizione.

Più in generale le liberalizzazioni e la regolazione hanno già garantito risultati importanti: nel settore elettrico nazionale, ad esempio, una riduzione di oneri stimabile in più di 4,5 miliardi di euro all’anno, rispetto al 1999. A questo dato hanno contribuito, per il 40%, la riduzione di componenti tariffarie regolate (trasporto e distribuzione) e, per il 60%, la pressione competitiva (sul mercato all’ingrosso in particolare) che ha indotto investimenti per impianti nuovi e più efficienti.

In effetti numerose famiglie si sono lasciate tentare dalle tante offerte (chiamate dai call center anche piuttosto insistenti e frequenti) hanno lasciato l’ ENEL (mercato protetto) alla ricerca della miglior tariffa . Le soluzioni più gradite sono le tariffe flat, come nella telefonia, per cui si paga un prezzo prestabilito (restando in una precisa fascia di consumo) .

Ma il risparmio, alla fine dei conti, si è realizzato ?

Un inchiesta di Repubblica sul mercato libero dell’energia dice di no, le concorrenti hanno fatto cartello ed il prezzo finale dell’energia non è diminuito .  Anzi meglio hanno fatto tutti coloro che non hanno lasciato il mercato protetto di Enel, che risparmiano rispetto a chi è passato al mercato libero .

Nel mercato dell’energia elettrica l’apertura alla concorrenza non ha raggiunto il suo scopo, se non in misura poco incisiva per le tasche delle famiglie. L’ex monopolista continua ad avere un peso preponderante su tutti gli altri e non c’è mai stata una vera guerra di offerte grazie alle quali un consumatore attento avrebbe potuto trarre benefici e risparmi.

il mercato è stato completamente liberalizzato nel 2003, ma non esiste una vera concorrenza. In pratica, sia le famiglie che le partite Iva e le Pmi (così come era accaduto in precedenza per la grande e media industria) possono scegliere liberamente con quale gestore sottoscrivere il contratto di fornitura dell’elettricità. Ma questo non si è tradotto in una diminuzione delle bollette. Le quali rimangono, per buona parte delle famiglie, tra le più alte dell’Unione Europea.


Perchè non ha funzionato la liberalizzazione dell’Energia ?

C’è stato veramente un cartello, ossia le aziende si sono accordate su un prezzo da proporre al consumatore, con pochi margini di differenza, oppure il mercato non permette realmente di fare offerte più vantaggiose ?

Ma perché non ha funzionato la concorrenza? E perché non sono scese le bollette? Una parte della risposta la si trova nella bolletta stessa, mettendone in fila le varie voci di cui è composta. Il costo effettivo dell’energia è pari al 43 per cento della somma che esce effettivamente dal portafoglio del consumatore. Per la parte rimanente, il 13,5 per cento è composto dalle tasse e dall’Iva, il 19,3 per cento va ai servizi per la gestione della rete e il 25 per cento circa per quelli che vengono definiti “oneri generali di sistema”.

In pratica gli operatori possono farsi reale concorrenza solo su una parte della bolletta, circà la metà relativa al costo dell’energia. L’altra metà è determintata da costi fissi determinati per legge (e regolamentati dall’Autorità per l’energia) e nessuna azienda può intervenire per diminuirli.

costo dell' energia

Gli operatori  quindi trovano la vera concorrenza solo verso il mercato protetto di ENEL, la sola che può fare tariffe diverse e fanno pressione per abolire il mercato di tutela, dove il prezzo della componente energia è fissata trimestralmente dalla’Autorità in una sorta di prezzo calmierato.  Una soluzione che aprirebbe il mercato a milioni di utenti che per adesso se ne sono tenuti prudenzialmente fuori (ed hanno avuto ragione).

Ma i vantaggi del mercato libero totale sarebbero solo per gli operatori dell’energia, non per i consumatori .

Fino ad ora l’ Autorità si è opposta alal completa liberalizzazione ed in un recente documento ha dimostrato come i prezzi del mercato tutelato sono mediamente più convenienti del mercato libero. E come i consumatori non siano ancora pronti ad affrontare un mercato completamente liberalizzato.

Leggete l’ inchiesta completa di Repubblica  e tenetela a mente la prossima volta che vi chiama un call center per proporvi il cambio di contratto per l’energia.

energia elettrica: la concorrenza non porta risparmio ultima modifica: 2015-09-30T18:16:10+02:00 da admin-Salvatore

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